Michał Boym z książką i piórem

Michał Boym: il primo sinologo

Sia per i polacchi che per i cinesi, Boym è una figura estremamente importante e vivida. La sua dedizione e devozione alla causa dell’Imperatore della Cina è ammirevole. Boym non era solo un missionario, ma anche un viaggiatore senza paura: la sua biografia potrebbe sicuramente costituire la base di molte storie cinematografiche. (…)

Michał Boym, che aggiungeva sempre “Polonus” [lat. “Polacco”] alla sua firma, è una figura chiave per la sinologia, la medicina e la botanica di quel periodo, considerato da molti ricercatori il fondatore della sinologia.

Krzysztof Jóźwiak, Michał Boym: Marco Polo ze Lwowa, pubblicato sul giornale Rzeczpospolita, 2018.

Nacque nel 1612 a Leopoli. Suo padre era il medico di corte del re Sigismondo III Vasa, grazie al quale Michał Boym ebbe contatti con la medicina fin dalla più tenera età. Fin dall’infanzia manifestò abilità in ambito matematico e scientifico, inoltre era bravo a disegnare.

Dopo essersi ripreso, cercò di entrare nell’ordine dei Gesuiti per mantenere il suo voto. Ci provò tenacemente e venne accettato solamente al decimo tentativo. Studiò al Collegio dei Gesuiti a Leopoli, dopodiché prese la laurea in filosofia e teologia all’Università Iagellonica di Cracovia. Alla fine del 1643 partì per il suo primo viaggio in Asia. Trascorse l’inverno 1643/1644 in Africa – sull’isola di Mosambico – dove scrisse la sua prima opera dedicata ai costumi locali, alle piante e agli animali, inserendovi gli acquerelli da lui stesso dipinti (traduzione inglese dall’originale in latino con i disegni di Boym disponibile qui).

Ripartì nella primavera del 1644 e presto raggiunse Macao, città portoghese sulla costa orientale della Cina, dove presto imparò il cinese. Disegnò e descrisse piante e animali della Cina e scene della vita dei Cinesi e scrisse uno studio sulla medicina cinese (una scansione dell’originale è disponibile qui).

A parte Boym, nel Seicento e pure nel Settecento non vi era in Cina un solo botanico che pubblicasse alcunché sulla base delle proprie osservazioni ed esperienze.

Edward Kajdański, Michał Boym. Ostatni wysłannik dynastii Ming, Wydawnictwo Polonia, Varsavia 1988, p. 132.

Boym fu autore di numerose mappe dell’Asia, incluso il primo atlante europeo della Cina, intitolato Magni Catay e contenente 18 mappe delle province cinesi con immagini di animali e piante e scene della vita dei cinesi disegnate sui margini (disponibili in versione digitale sul sito della Biblioteca Vaticana); fu il primo a dire che il “Catai” di Marco Polo, la “Serica” di Tolomeo e la “Cina”in portoghese erano lo stesso paese, cosa che non era affatto ovvia in Europa all’epoca.

Qualche anno dopo l’imperatore della Cina, di fronte all’imminente guerra con i Manciù, lo nominò suo ambasciatore personale e lo inviò dal Papa con lettere scritte da lui stesso e da sua moglie, l’imperatrice Elena.

I dissidi di Boym con i Portoghesi che controllavano la città costiera di Macao lo costrinsero a tornare via terra, seguendo l’esempio di Marco Polo. Durante il viaggio, in una chiesa della città di Smirne (oggi Izmir in Turchia), Boym lesse per la prima volta in pubblico la sua breve relazione sulla situazione in Cina, che presto ebbe una vasta eco in tutta Europa.

Fu un vero bestseller dell’epoca. Entro due anni dalla sua prima pubblicazione, furono pubblicate traduzioni in italiano, francese e tedesco. La relazione entrò in numerose compilazioni successive, tradotta in inglese, olandese, portoghese, spagnolo e altre lingue. La traduzione polacca fu pubblicata nel 1756.

Edward Kajdański, Michał Boym. Ostatni wysłannik dynastii Ming, Wydawnictwo Polonia, Varsavia 1988, p. 8.

La pubblicazione del libro senza il consenso delle autorità ecclesiastiche, la collaborazione con l’ambasciatore francese (all’epoca oppositore del Vaticano), l’invio di lettere riguardanti la diffusione del cristianesimo in Cina a diverse università europee (in cui Boym esprimeva apprezzamento per gli insegnamenti di Confucio) e il fatto di rappresentare la dinastia cinese come emissario, provocarono ostilità tra i dignitari della Chiesa nei confronti di Boym, che venne inviato in isolamento a Loreto e attese per alcuni anni l’udienza in Vaticano. Fu invitato in Vaticano solo dopo la morte di Innocenzo X, mal disposto nei suoi confronti, quando Alessandro VII divenne il nuovo papa e rispose alle lettere dell’imperatore della Cina. Poco dopo Boym ripartì per l’Asia.

Nel 1656 a Vienna fu pubblicata la Flora Sinensis di Michał Boym, la prima opera scientifica europea nella storia dedicata a piante e animali della Cina, illustrata con i bellissimi disegni del missionario di Leopoli, in alcune edizioni dipinti a mano con gli acquerelli.

La seconda opera pubblicata da Boym, la Flora Sinensis, (…) fu la prima pubblicazione scientifica europea sulla natura dell’Estremo Oriente e del Sud-Est asiatico. Sebbene la sua mole non sia impressionante, per quasi cento anni le informazioni sulla flora e la fauna della Cina in essa contenute e le incisioni che la illustrano furono gli unici materiali su questo argomento conosciuti in Europa. Venne ristampata molte volte dagli autori di raccolte di grande successo e utilizzata anche da autori che conoscevano la Cina per avervi soggiornato: J. Nieuhof, A. Kircher, J. Jonston, M. Thevenot, O. Dapper, L. Le Cromte, P. Van der Aa, J. Ogilby, JB De Halde e infine J. Green e T. Astley. La compilazione di quest’ultimo, contenente una dozzina di disegni tratti dalla Flora Sinensis di Boym, fu pubblicata a Londra nel 1743-1749, quasi un secolo dopo la pubblicazione di Boym.

Edward Kajdański, Michał Boym. Ostatni wysłannik dynastii Ming, Wydawnictwo Polonia, Varsavia 1988, p. 130.

Boym fu il primo scienzato europeo di sempre a descrivere molte specie di piante asiatiche, come albero del pane, cachi, litchi, banana o nespolo giapponese (noto anche come loquat).

Le opere di Boym furono ripetutamente plagiate oppure servirono come fonte per ulteriori studi sulla Cina. È il caso di una famosa opera del 1667, China Illustrata di Athanasius Kircher, il quale copiò le illustrazioni di Boym, attingendo a piene mani alle ricerche e agli appunti del missionario di Leopoli.

Michał Boym scrisse anche i primi trattati scientifici europei sulla medicina cinese, descrivendo, tra l’altro, i metodi di diagnosi delle malattie, la verifica del battito cardiaco e i medicamenti naturali cinesi. Essi furono pubblicati dopo la morte di Boym solo in frammenti, con i titoli Specimen Medicinae Sinicae e Clavis medica ad Chinarum doctrinam de pulsibus. I manoscritti dei trattati furono affidati da Michał Boym ad un amico poco prima della sua morte, affinché egli li portasse in Europa. Durante il viaggio, però, caddero nelle mani di Andreas Cleyer, un commerciante tedesco al servizio dell’Olanda, e al tempo stesso il più famoso plagiatore delle opere di Boym, che le pubblicò a stampa, attribuendosene la paternità (per la descrizione dettagliata dell’opera e la storia del plagio si veda qui).

Quando Boym tornò in Cina con le lettere del papa, la trovò quasi completamente conquistata dai Manciù. Dovette attraversare le montagne dalla città di Hanoi in Vietnam per raggiungere le ultime forze della dinastia Ming guidate dall’imperatore, ma nessuno voleva guidarlo nel suo pericoloso viaggio. Boym partì accompagnato solo dal suo amico e compagno ormai da 10 anni, Andreas Zheng. Tuttavia non raggiunse l’imperatore, morendo di stenti. Andreas Zheng lo seppellì, ma la tomba non è mai stata trovata.

Bibliografia e sitografia:

  • Edward Kajdański, Michał Boym. Ostatni wysłannik dynastii Ming, Varsavia 1988.
  • Edward Kajdański, Michał Boym. Ambasador Państwa Środka, Varsavia 1999.
  • Monika Miazek, Flora Sinensis Michała Boyma SI, Gniezno 2005, disponibile qui.
  • Walter Simon, The Attribution to Michael Boym of Two Early Achievements of Western Sinology, sulla rivista Asia Major, num. 7/165/1959, disponibile qui.
  • Krzysztof Jóźwiak, Michał Boym: Marco Polo ze Lwowa, Rzeczpospolita, 2018, disponibile qui.
  • Włodzimierz Kalicki, Jak polski jezuita ratował chińskie cesarstwo. Nasi tam byli, Duży Format, Gazeta Wyborcza 2016, disponibile qui.
  • Mateusz Będkowski, Michał Boym – w służbie Jego Cesarskiej Mości, ostatniego władcy Chin z dynastii Ming, Histmag 2017, disponibile qui.
  • 梁志成来源, 明末有位外国人,研究中国文化比马可波罗深入,还为中国献出生命, 《百家讲坛》2018, disponibile qui.
  • 由 历史有妖气 發表于历史, 这个欧洲人成为明朝最后一个外交官,花了10年时间,只为反清复明, 2019, disponibile qui.
  • Articoli dal sito www.michalboym.pl disponibili qui.

L’articolo utilizza le traduzioni delle opere di Boym dal latino al polacco forniti nei libri di Edward Kajdański e Monika Miazek. Durante la preparazione dell’articolo abbiamo consultato il sinologo Jakub Filip.

Grafica e illustrazioni: Małgorzata Bochniarz-Różańska

Testo: Filip Jegliński

Versione italiana: Filip Jegliński, Tomasz Skocki

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