Jacek Karpiński: l’ingegnere che negli anni ’70 costruì un computer delle dimensioni di una valigia

Wanda Karpińska aspettava un bambino e Adam Karpiński voleva che nascesse in cima al Monte Bianco. Nell’aprile del 1927 il tempo non era favorevole a una spedizione così rischiosa, così decisero di scendere sul versante italiano delle Alpi e, alla fine, il loro figlio Jacek nacque a Torino.

Quando scoppiò la seconda guerra mondiale Jacek era solo al sesto anno di scuola, ma durante l’assedio di Varsavia nel settembre del 1939 fu portaordini per la difesa contraerea nel quartiere di Śródmieście Południe. Poco dopo, già sotto l’occupazione tedesca, organizzò un poligono di tiro e un deposito di armi nella cantina di casa sua.

Sono rimasto stupito dal suo racconto di come lui e suo fratello Marek, da bambini, giocavano a scacchi e a battaglia navale. Le loro guerre andavano avanti per lunghe ore. Abbattevano instancabilmente pedoni e regine, affondavano le navi fino a quando le loro incruente schermaglie dimostravano finalmente chi dei due fosse lo stratega migliore. Tuttavia, giocavano in modo diverso dalla maggior parte della gente. Niente tabelloni o pezzi di carta: era tutto nella loro memoria. Le battaglie si svolgevano nelle loro teste. Nella mente muovevano pedine, catturavano pezzi e davano scacco al re. Forse fu grazie a questo che Jacek sviluppò un particolare modo di ragionare.

Piotr Lipiński, “BIOGRAFIA KARPIŃSKIEGO, czyli artyści tworzą komputery”, 2014, per l’articolo completo si veda qui.

Subito dopo la guerra si mise a costruire un sottomarino in un capannone isolato per navigare lungo la Vistola fino al mare e fuggire dalla Polonia, ma presto decise rimanere in patria e rinunciare all’operazione che aveva pianificato. Poco più tardi completò il suo primo grande progetto: l’AAH, una macchina per le previsioni del tempo.

Jacek Karpiński AAH machine
Jacek Karpiński con il computer AAH, fonte dell’immagine qui.

Quattro anni più tardi, nel 1959, completò la costruzione dell’AKAT-1, il primo computer analogico al mondo con funzione di un analizzatore di equazioni differenziali a transistor che precorreva i suoi tempi in termini sia per le capacità operative che per il suo aspetto “spaziale”.

AKAT-1 machine 3
Fonte dell’immagine qui.

Nel 1959 fu creata un’altra macchina chiamata AKAT-1. (…) Fu la prima costruzione di questo tipo al mondo.

Dariusz Grałka, Jacek Karpiński – wynalazca komputera osobistego [in:] Zeszyty Naukowe WSInf Vol 9, num. 1, Łódź 2010, p. 56-57, disponibile qui.

Jacek Karpiński fu rappresentante della Polonia n un concorso dell’UNESCO per giovani designer e si classificò tra i sei vincitori selezionati tra 200 partecipanti, cosa che gli permise di ottenere una borsa di studio negli Stati Uniti. Rimase affascinato dai laboratori e dalle università americane, tuttavia rifiutò, tra le altre cose, la lucrativa proposta di diventare presidente del consiglio di sorveglianza della Banca dello Sviluppo di Nuove Tecnologie, con uno stipendio annuo di 100.000 dollari, e tornò in Polonia.

Jacek Karpiński mosaic

All’estero, le generazioni di computer stavano cambiando come in un caleidoscopio, noi stavamo ancora fermi. (…) Solo un uomo non rimase ad aspettare. Quando apparvero i mini-computer, l’ing. Karpiński capì bene quali opportunità offrissero ai paesi che erano in ritardo nell’informatizzazione. Così si aggrappò a quell’idea e proseguì, noncurante degli ostacoli.

Grzegorz Biały, “Mini… czy Max”, Tygodnik Ilustrowany Przyjaźń, num. 36, 1971.

Poco dopo Jacek Karpiński fu il secondo al mondo a costruire un perceptron, una macchina ad autoapprendimento dotata di una fotocamera e in grado di riconoscere forme e oggetti, e successivamente progettò un altro computer chiamato KAR-65, che doveva servire a scansionare e analizzare foto di elettroni e neutroni. Il progetto, insieme allo scanner, era stato commissionato dall’Istituto di Fisica in via Hoża a Varsavia.

Il suo carattere individualista e conflittuale e l’incapacità di adattarsi al sistema lavorativo della Repubblica Popolare di Polonia procurarono a Karpiński nemici tra i dignitari del partito, mentre i suoi sempre più grandi successi professionali suscitarono l’ostilità dell’ambiente dei costruttori di computer, in particolare della fabbrica Elwro di Breslavia. Il computer “Odra”, prodotto all’epoca a Breslavia, occupava un’intera stanza e richiedeva una seconda stanza separata per la ventilazione, mentre il KAR-65, il computer di Jacek Karpinski, era più piccolo e più efficiente.

La macchina va in trance, sentiamo una serie di ritmi quasi musicali, come se lo stesso Joe Morello li suonasse con le spazzole della batteria; le luci della scrivania lampeggiano a tempo (…) Si ha l’impressione che la macchina stia ballando la rumba e fischiettando per darsi la carica.

Descrizione del computer KAR-65 sul giornale “Trybuna Robotnicza“, Joe Morello che suona la batteria da ascoltare qui.
Jacek Karpiński team KAR-65 computer
Jacek Karpiński con la sua squadra e con il computer KAR-65, fonte dell’immagine qui.

Essendo solo un prototipo, il computer KAR-65 non poteva competere con le macchine prodotte su scala industriale dagli stabilimenti Elwro. Tuttavia, un altro computer di Karpinski, il K-202, che funzionava più velocemente di altri computer ancora dieci anni dopo, aveva le dimensioni di una valigia ed era destinato alla produzione industriale, costituiva per loro una grave minaccia.

I rappresentanti degli stabilimenti Elwro di Breslavia, che producono i computer ODRA, hanno avvertito una minaccia per il loro monopolio. (…) Fa ridere, ma è anche preoccupante, quando uno specialista di Breslavia afferma che il computer K-202 sarebbe troppo moderno per noi. Non è il K- 202 a essere troppo moderno per noi, ma sono le strutture in cui potrebbe essere utilizzato a essere troppo obsolete.

Henryk Boruciński, “Kto następny, czas ucieka…”, Perspektywy, num. 26, 1971.

La produzione del computer K-202 venne avviata solo in condizioni di laboratorio e con il supporto delle aziende britanniche DataLoop e MB Metals.

Jacek Karpiński e il suo team ne costruirono 30 esemplari, di cui 15, secondo gli accordi stipulati, andarono in Gran Bretagna, mentre altri 15 furono venduti a uffici e stabilimenti statali polacchi (uno finì in mani private).

Nel 1971, alla mostra di computer Olimpia di Londra, il K-202 si rivelò tra i migliori al mondo, un prodotto con cui potevano competere solo i computer americani PDP.

Purtroppo, presto la cooperazione con le imprese britanniche fu interrotta a seguito dell’intervento dei servizi segreti della Repubblica Popolare, le offerte commerciali da Paesi come Francia e Svezia furono respinte, mentre Jacek Karpiński fu espulso dall’Istituto di Macchine Matematiche di Varsavia, finendo sulla lista nera. In segno di protesta, Karpiński andò nella regione di Masuria, dove affittò un’azienda agricola e iniziò ad allevare galline e maiali.

pig in Masuria Jacek Karpiński

Jacek Karpiński, costretto ad abbandonare la sua passione, non allevava veramente i maiali, la sua era una forma di protesta. Il suo lavoro in campagna era un modo per dire: guardate cosa devono fare oggi gli informatici in Polonia.

Piotr Lipiński, “Geniusz i świnie. Rzecz o Jacku Karpińskim”, Pruszków 2014, p. 202.

Il suo nome e cognome, così come il nome della sua opera più grande, il computer K-202, divennero oggetto di censura.

Piotr Lipiński, l’autore della biografia e di un film su Jacek Karpiński, scrive che dopo la pubblicazione sul cinegiornale polacco (PKF) del 1981 di un breve reportage sul geniale costruttore di computer che allevava maiali vicino a Olsztyn, ai concerti dei Perfect, una band musicale molto popolare all’epoca in Polonia, invece del testo originale “elektronik kradnie w Tewie” (pol. un ingegnere elettronico ruba alla Tewa), la gente cantava “elektronik grzebie w chlewie” (pol. un ingegnere elettronico scava nel porcile).

Karpiński accettò l’invito di Stefan Kudelski, un costruttore di magnetofoni che lavorava in proprio in Svizzera, ma, nonostante la loro simpatia reciproca, la collaborazione non andò bene.

Jacek Karpiński tornò in Polonia negli anni ’90 con il progetto di un pen-reader, un lettore simile a una penna che copiava il testo dalle fonti cartacee direttamente negli editor di testo, soluzione che risparmiava il tedioso lavoro di copia a mano e avrebbe potuto essere ampiamente utilizzata in tanti settori e nelle più diverse forme di lavoro professionale.

Jacek Karpiński Pen Reader poster

Gli scanner dell’epoca di solito consentivano di caricare una pagina di testo nel computer come file grafico, proprio come si fosse fatta con una foto. Non potevano, però, convertirla in lettere. Solo il software OCR permise di “leggere” e importare il testo velocemente in un programma di scrittura come Word. (… ) Karpiński aveva progettato il dispositivo quando si trovava ancora in Svizzera. Lo aveva preparato su richiesta di un commercialista che si lamentava di dover inserire molti dati a mano nel computer.

Piotr Lipiński, “Geniusz i świnie. Rzecz o Jacku Karpińskim”, Pruszków 2014, p. 225.

Questa volta, però, a intralciare la via per il successo fu una banca, la quale non gli versò una parte significativa del prestito contratto per le macchine di produzione, chiedendo ulteriori garanzie oltre a quelle stipulate. Più avanti Karpiński progettò ancora un moderno registratore di cassa fiscale, ma neanche in questo modo riuscì a risolvere i suoi problemi finanziari.

Jacek Karpiński cash register

Questo registratore di cassa fu a suo tempo il più piccolo e universale in Polonia.

L’articolo “Registratore di cassa K-102” nella galleria di invenzioni di Jacek Karpiński, fonte qui.

Da pensionato, Jacek Karpiński guadagnava progettando siti web. Morì nel 2010.

Bibliografia e sitografia:

Grafica e illustrazioni: Małgorzata Bochniarz-Różańska

Testo: Filip Jegliński

Versione italiana: Filip Jegliński, Tomasz Skocki

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